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Vini di Napoli: Campi flegrei, Capri, Ischia, Lacryma christi del Vesuvio, Penisola sorrentina.

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Svariati, pregiati e gustosi sono i vini prodotti nella vasta provincia di Napoli. Per quanto concerne l’area dei Campi Flegrei, troviamo: il Campi Flegrei rosso e bianco DOC ed il Per’e palummo o Piedirosso dei Campi Flegrei DOC, dal nome molto curioso. A Capri c'è il bianco DOC, che nasce dai vitigni Greco, Biancolella o Sannicola, ha colore giallo paglierino chiaro, sapore asciutto con retrogusto acidulo ed è l’ideale per accompagnare la Caprese, capolavoro della tradizione dolciaria napoletana. Il rosso DOC invece è prodotto nel vitigno Piedirosso, è di colore rosso rubino ed ha retrogusto di ciliegia. Per quanto riguarda i vini d’ Ischia, vi sono l’Ischia Biancolella DOC, Forastera DOC e Piedirosso DOC ed Ischia rosso DOC, prodotti rispettivamente negli omonimi vigneti da cui prendono il nome (quello rosso nei vitigni di Guarnaccia e Piedirosso). Il Lacryma Christi del Vesuvio, bianco DOC e rosso DOC; prodotti nei vigneti di Coda di Volpe Bianca e di Piedirosso.  Dai vitigni dell’Aglianico, Sciascinoso, Palummina, Surbegna e Castagneta nasce il Gragnano DOC, vino rosso dal sapore deciso, prodotto sui Monti Lattari.  Il Lettere DOC è anch’esso un vino rosso tipiacamnete frizzante, prodotto dai vitigni Castagnara, Piedirosso, Olivella ed Aglianico, con un fondo gradevolmente amarognolo. Nella Penisola sorrentina troviamo il bianco, rosso e rosso frizzante DOC. A Sorrento le tipologie Sorrento rosso e bianco DOC. Infine non si possono non menzionare il Vesuvio bianco, rosso e rosato DOC.

I Vini

Vini di Avellino: Fiano di Avellino, Greco di Tufo, Taurasi, Irpina.

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Da sempre, l’entroterra irpino, ricco di vigneti, rilievi montuosi, corsi d’acqua, pianure e diviso in versante tirrenico ed adriatico, è stato terreno fertile per la produzione del vino.
La linea ferroviaria Avellino Rocchetta Sant’Antonio non a caso è stata denominata “Ferrovia del vino”. I tre vini DOC avellinesi, pregiati e conosciuti in tutto il mondo, sono il Greco di Tufo, il Fiano ed il Taurasi, alla cui base produttiva vi sono l’Aglianico, il Fiano ed il Greco. Il Taurasi è il più conosciuto tra i vini rossi del Sud. Il Fiano di Avellino ed il Greco di Tufo sono due vini bianchi dal profumo inconfondibile ed inebriante. Dulcis in fundo ma non di minore rilevanza e qualità, vi è l’Irpinia DOC, ultimo a livello di denominazione.

Vini di Benevento: Aglianico del Taburno, Guardiolo, Sannio, Sant’Agata dei Goti, Solopaca.

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Nell’area della provincia beneventana, dalle campagne e paesaggi caratteristici, conosciuta comunemente come Sannio, costituito da 14 comuni, vengono prodotti ben sei vini DOC: l’Aglianico del Taburno e Taburno, il Guardiolo, il Sannio, il Sant’Agata dei Goti ed il Solopaca. L’Aglianico del Taburno è stato denominato dagli esperti del settore uno dei migliori vini rossi italiani, caratterizzato dal colore rosso rubino molto intenso, dal sapore piacevolissimo con retrogusto speziato, tabacco e chiodi di garofano e caratterizzato da aromi di marasca, confetture di frutti di bosco, vaniglia e pepe nero. Il Taburno invece può essere Rosso, Novello, a base di Aglianico, e Bianco e nella variante Piedirosso, Greco e Spumante. Grande rilevanza hanno il Taburno Falanghina e il Taburno Coda di Volpe, che nascono dagli omonimi vitigni. Infine il Gardiolo viene prodotto nell’area nord di Benevento.

Vini di Caserta: Asprinio di Aversa, Falerno del massico, Galluccio.

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Protagonisti dell’area casertana, nonostante ci siano meno vigneti rispetto alle altre province della Campania, sono i tre vini DOC: Falerno del Massico, Asprinio di Aversa e Galluccio. Il Falerno del Massico comprende tre varianti: bianco, rosso e rosso primitivo. Il Galluccio invece sei varianti: bianco, bianco riserva, rosato, rosato riserva, rosso e rosso riserva.
L’Asprinio di Aversa, denominato “il grande piccolo vino”, è un prodotto davvero unico ed inimitabile, che ha due tipologie: bianco e spumante. In un anno vengono prodotto ben 2.000 in media. Viene etichettato come vino proveniente da “da vigneti ad alberata” o “alberata”: solo le uve provengano esclusivamente da vigneti allevati con questa modalità di allevamento.

Vini di Salerno: Castel San Lorenzo, Cilento, Costa d’Amalfi.

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Gli amanti del vino possono gustare tre vini DOC, il Costa D’Amalfi, Cilento e Castel San Lorenzo, provenienti dalla zona salernitana, che costituisce un terzo della Campania. Dai vigneti dei Comuni della Costiera Amalfitana si ottengono vini di tipo Rosso, dal colore intenso rubino, saporito alla ciliegia e ai frutti di bosco, speziati. Il Bianco ed il  Rosato invece hanno gusto delicato e secco, dal retrogusto fruttato. La base è imperniata (per il Rosso e il Rosato), Piedirosso, Sciascinoso, Aglianico e Tintore e per il Bianco Falanghina e Biancolella. Il Cilento, con i suoi Comuni della costa e dell’entroterra, che vanno da Agropoli, Roccaforte dei pirati saraceni, a Sapri fino a sfociare in quelli che confinano con la Basilicata, è caratterizzato da territorio aspero, che a sua volta influenza la coltivazione della vite e dell’olivo. Per il Bianco la base è il fiano, per il rosato il Sangiovese e l’Aglianico, con Piedirosso e Primitivo, per il Rosso; il punto di forza della DOC Cilento è rappresentato dalla tipologia Aglianico, ottenuta dalla vinificazione in purezza dell’omonimo vitigno, invecchiato almeno un anno. Il Moscato Spumante di Castel San Lorenzo è l’ideale per accompagnare i dolci tipici della pasticceria partenopea.

Vino con la "percoca"

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In fine, non si può dimenticare che a Napoli, come in tanti altri posti della Campania, c’è l’usanza durante l’estate di portare in tavola, una delle bibite più amate e attese, l’aperitivo “fai da te”, più buono di qualsiasi prosecco o spumante, il classico e intramontabile “vino cu ‘a percoca”. 

La percoca, è una sorta di incrocio tra pesca e albicocca, la si riconosce dalla buccia gialla con qualche sottile sfumatura rossa, liscia e senza grinze. La polpa è soda ma non dura e quando è buona, il sapore è davvero insuperabile, grazie a quella dolcezza, mista al profumo, capace di inebriare chiunque la mangi. Immersa nel vino, la percoca dona vivacità e piacevole gusto a quella che in altri casi, sarebbe una bevanda non scelta da tutti, infatti sono tante le persone che pur non essendo grandi estimatori di vino, non appena adocchiano il pezzo di frutta che galleggia nella brocca, non riescono a dire di no. Qualcuno la chiama “la sangria napoletana”, probabilmente, dalle sue origini derivate dalle dominazioni spagnole della città.

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